Nel 2021 pandemia, crisi climatica e inflazione hanno occupato i primi posti nelle agende di governi e imprese di tutto il mondo. Per affrontare la crisi e individuare potenzialità economiche per la ripartenza, le istituzioni hanno lanciato iniziative e piani per stimolare e supportare la ripresa.

In un contesto complesso e in rapida trasformazione, il ‘Global Economic Outlook’ di KPMG analizza i trend in corso nell’economia globale e i possibili sviluppi.

Cambiamento climatico e investimenti sostenibili

Per troppi anni la crescita economica ha eroso il capitale naturale, senza valutare l’impatto sull’ambiente. Secondo le stime dell’FMI basate sull’attuale scenario, l’impatto dei cambiamenti climatici peserà fino al 13% sul PIL mondiale entro il 2100, con una riduzione del PIL pro capite superiore al 7%.

Gli investimenti necessari per garantire il raggiungimento dell’obiettivo ‘net zero comportano una riallocazione dei capitali verso tecnologie energetiche sostenibili. È probabile che la maggior parte di questi investimenti proverrà da fonti private, mobilitate e supportate da politiche pubbliche e quadri normativi appropriati. Un primo passo è stato fatto con il summit internazionale COP26, grazie al quale l'azione per il clima ha guadagnato un ulteriore impulso in tutto il mondo, con molti paesi che si sono impegnati a raggiungere il traguardo delle zero emissioni di CO2 entro il 2050.

Rischio inflazione

Un altro tema di particolare rilevanza è l’inflazione. In quasi tutti i paesi analizzati nel ‘Global Economic Outlook’ di KPMG, il rischio di un'inflazione elevata è una tematica concreta, che si declina in base alle specifiche di ogni nazione.

Nel Regno Unito i problemi della catena di approvvigionamento limitano la produzione, negli Stati Uniti la spesa dei consumatori guida il recupero, ma la carenza di manodopera potrebbe arrestare qualsiasi progresso. La Cina sembra godere di una robusta ripresa economica ma non può dirsi immune dall’incertezza economica globale.

Situazione europea e Next Generation UE

Gli allentamenti estivi alle misure anti-COVID, unite al crescente impatto positivo della campagna vaccinale, hanno sostenuto una forte ripresa dei consumi. L'economia dell'Eurozona è ancora inferiore di mezzo punto percentuale rispetto ai livelli pre-pandemici, ma secondo le previsioni verranno superati già entro la fine del 2021.

Con il vuoto di leadership generato dalle recenti elezioni in Germania, il governo di minoranza in Spagna, i lunghi colloqui di coalizione in Olanda e la campagna elettorale per le presidenziali in Francia, il vecchio continente sta attraversando una delicata fase di transizione politica. Le previsioni che vedono protrarsi le difficoltà già registrate nelle supply chain per tutto il prossimo inverno hanno intaccato l’ottimismo delle imprese tedesche e la fiducia dei consumatori francesi, con le famiglie preoccupate per l'aumento dei prezzi di elettricità e gas.

In Italia, la ripresa è stata guidata dagli investimenti, che ora superano di oltre il 5% i livelli pre-pandemici, anche grazie al piano di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e del sistema giudiziario attuato dal governo. Ulteriori riforme ambiziose, tra cui l'efficientamento energetico, saranno agevolate da un totale di 191,5 miliardi di euro raccolti da sovvenzioni e prestiti forniti dal meccanismo di ripresa e resilienza organizzato dall'UE e confluito nel PNRR.

Infatti, con 800 miliardi di euro di investimenti in ricerca e innovazione, transizione climatica e trasformazione digitale il programma Next Generation UE dovrebbe garantire, nell’arco dei prossimi cinque anni, una ripresa più uniforme in tutta l’eurozona.