La nuova imposta sui servizi digitali
La nuova imposta sui servizi digitali
Che cos'è la DST e come prepararsi.
Con effetto dal 1 gennaio 2020, in Italia è stata introdotta una Imposta sui Servizi Digitali (DST). Obiettivo del legislatore è di tassare i ricavi originati nel corso dell’anno dai servizi digitali resi agli utenti localizzati in Italia, identificati facendo riferimento all’indirizzo di protocollo internet (IP) del dispositivo utilizzato o ad altro sistema di geo-localizzazione.
Caratteristiche della DST
Nella definizione di ‘servizi digitali’ rientrano le seguenti prestazioni:
- la veicolazione su un’interfaccia digitale di pubblicità mirata agli utenti della medesima interfaccia;
- la messa a disposizione di un’interfaccia multimediale che consenta agli utenti di entrare in contatto ed interagire tra di loro, anche al fine di facilitare la fornitura diretta di beni o servizi;
- la trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall’utilizzo di un’interfaccia digitale.
L’imposta colpisce gli operatori economici, sia come singoli sia a livello di gruppo, che nel corso dell’anno precedente a quello fiscalmente di riferimento ottengano:
- ricavi totali a livello di gruppo pari a 750 milioni di Euro a livello di gruppo;
- ricavi pari a 5,5 milioni di Euro dalla fornitura di servizi digitali resi in Italia.
L’imposta è pari al 3% dei ricavi realizzati in Italia, da liquidare entro il 16 febbraio dell’anno solare successivo a quello fiscalmente di riferimento, ed è soggetta ad una dichiarazione annuale da presentare entro il 31 marzo dello stesso anno solare.
Come prepararsi alla nuova Imposta sui Servizi Digitali
- I ricavi di riferimento per l’imposta sono determinati a livello di gruppo. Le società, sia quelle italiane sia quelle straniere, devono verificare la propria appartenenza o meno ad un gruppo che potrebbe ricadere nell’ambito di applicazione dell’imposta.
- Un’analisi dei ricavi a livello di gruppo dovrà essere effettuata per l’anno fiscale 2019, per verificare se il gruppo ricade nell’ambito di applicazione dell’imposta per il 2020. Se ciò accade, ogni società del gruppo diventa soggetto passivo dell’imposta a partire dal 1 gennaio 2020.
- I soggetti passivi d’imposta devono tenere una apposita contabilità mensile per rilevare le informazioni sui ricavi dei servizi imponibili e le informazioni per il calcolo dell’imposta. Una singola società è nominata per l’assolvimento degli obblighi per tutto il gruppo.
- I soggetti passivi non residenti, privi di una stabile organizzazione nel territorio in Italia, stabiliti in uno Stato non membro dell’Unione Europea, devono nominare un rappresentante fiscale per assolvere gli obblighi di dichiarazione e di pagamento dell’imposta.
- Le società che risultano soggetti passivi d’imposta per il 2020 dovranno liquidare l’imposta il 16 febbraio 2021 e presentare la dichiarazione annuale il 31 marzo 2021.
Come KPMG può aiutare le imprese
Il team KPMG può assistere il cliente nella valutazione dell’impatto della DST sulle attività della società o del gruppo di imprese di cui fa parte. In particolare KPMG è in grado di:
- analizzare le attività del gruppo per valutare se tutti o alcuni dei servizi forniti ricadono nella definizione di ‘servizi digitali’;
- valutare i processi di contabilità della società o del gruppo di società per determinare se sono raggiunti i ricavi di riferimento per l’applicazione dell’imposta;
- verificare se i processi di contabilità interni siano adatti a supportare la rilevazione mensile dei ricavi tassabili, e se necessario, fornire supporto per le modifiche necessarie a tale scopo;
- segnalare le opportunità per gestire l’impatto della digital tax sulle società del gruppo.
Inoltre, poiché la valutazione sulla sussistenza dei presupposti per la applicazione della DST va effettuata non solo dalle singole società italiane ma anche e soprattutto con una ottica di gruppo, KPMG ha predisposto una brochure in inglese che può essere scaricata qui ed inviata alle società estere del proprio gruppo per una verifica complessiva.
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