Le aziende che fanno M&A creano più valore
Le aziende che fanno M&A creano più valore
In Italia 400 aziende potrebbero accelerare la crescita dimensionale tramite acquisizioni.
In Italia 400 aziende potrebbero accelerare il loro percorso di crescita dimensionale tramite acquisizioni.
I risultati di una ricerca KPMG/SDA Bocconi
Milano, 25 maggio 2016 - All’estero l’M&A è percepito come una importante leva di creazione di valore. Ci sono tante storie che dimostrano come sia una leva strategica per la competitività. In Italia, siamo in ritardo. Il mercato italiano M&A è piccolo da un punto di vista della dimensione: la media degli ultimi 8 anni è di appena 35 miliardi di euro (rapporto dimensione mercato – PIL appena il 2%). La Spagna, tanto per fare un esempio, ha una dimensione media di 67 miliardi di euro quasi il doppio rispetto a quello italiano con un PIL sensibilmente più piccolo. La Francia che ha un PIL simile a quello italiano ha una dimensione media del mercato M&A di circa 162 miliardi di euro, rispetto ai 35 miliardi del mercato italiano.
Il 2015 si è chiuso con un controvalore superiore ai 50 miliardi di euro e i primi quattro mesi dell’anno hanno visto operazioni per oltre 17 miliardi di euro. Quindi qualcosa si sta muovendo ma è ancora poco rispetto al potenziale della nostra economia. Inoltre l’attività M&A in Italia è praticata dai soliti noti: un mix di aziende ex pubbliche come Enel, Eni, Telecom e di multinazionali tascabili come Brembo, Campari, Recordati, Amplifon, Interpump, Coesia, Guala Closures che negli anni grazie all’utilizzo dell’M&A sono cresciute molto anche sui mercati internazionali.
Perché gli imprenditori nostrani non fanno ricorso all’M&A? Ci sono una serie di diffidenze in primis quella più diffusa è che l’M&A non crei valore, ossia si tratti di un investimento poco redditizio. Ma ora i risultati dello studio condotto da KPMG e SDA Bocconi sfatano finalmente questo mito. Infatti, la ricerca condotta su un campione di 1400 aziende con ricavi superiori ai 50 milioni di euro di ricavi dimostra come le 170 aziende Serial Acquiror che nel decennio 2004 – 2013 hanno fatto acquisizioni in modo sistematico, hanno livelli di redditività doppi rispetto a chi non fa M&A e un livello di indebitamento più contenuto.
L’esempio degli imprenditori dell’M&A può stimolare anche altre aziende con fondamentali sani e alto potenziale di crescita a seguire questa strada: KPMG e Sda Bocconi stimano che ci siano almeno 400 aziende in Italia con ricavi da 50 milioni in avanti che potrebbero usare l’M&A per crescere ma non lo fanno. Per questo, nasce il progetto M&A Academy, un foruminformale che vuole mettere in contatto imprenditori e manager per diffondere la cultura M&A nel tessuto produttivo italiano. L’ambizione è quella di favorire la nascita di una nuova generazione di Campioni Nazionali nei diversi settori produttivi in grado di competere sui mercati globali grazie ad una dimensione più consistente.
Cosa serve per fare M&A di successo? Gli ingredienti sono molti. Per KPMG serve intanto uscire da una logica opportunistica, bisogna darsi un metodo, una strategia. Ad esempio è essenziale preparare una shopping list di possibili aziende target. Così come è molto importante creare un team M&A in grado di gestire tutto il processo in modo integrato. Fondamentale per creare valore anche la gestione della fase post deal quella in cui si devono integrare culture spesso diverse tra loro.
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