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Il nuovo Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza (CCII) ha riformato l’intera disciplina in materia introducendo novità finalizzate a far emergere tempestivamente le situazioni di difficoltà delle aziende per evitare che temporanee difficoltà, non affrontate correttamente, degenerino nell’insolvenza.

L’adeguatezza degli assetti aziendali è il principale pilastro individuato per raggiungere tale obiettivo. Per questo motivo dal 2019 il dovere di istituire adeguati assetti aziendali, che riguarda tutti gli imprenditori, è stato collegato alle finalità di tempestiva rilevazione e gestione della crisi d’impresa.

Visto il ruolo cruciale attribuito agli assetti aziendali, a quattro anni dall’entrata in vigore delle prescrizioni del CCII in materia, viene naturale domandarsi se:

  • le aziende, in particolare le PMI, che rappresentano la struttura portante del sistema produttivo italiano, stanno adeguando i propri assetti aziendali?
  • esiste, e quanto è forte, una correlazione tra la presenza di adeguati assetti e il successo delle azioni di intervento attuate?

Per fornire alcune risposte ai quesiti di cui sopra KPMG ha misurato sul campo, con un’analisi empirica svolta su un campione di oltre 220 aziende che hanno affrontato una crisi d’impresa, il livello di adeguatezza e la sua correlazione con l’evoluzione della crisi stessa.

Quali assetti aziendali?

Gli assetti aziendali che devono risultare adeguati alla natura e alle dimensioni dell'impresa sono l’assetto organizzativo, amministrativo e contabile.

L’assetto organizzativo è il sistema di relazioni tra le funzioni aziendali e tra i soggetti che ricoprono i ruoli gestori, operativi e di controllo. Per poter essere considerato adeguato l’assetto organizzativo deve poter garantire il perseguimento dell’oggetto sociale, assicurare l’immediata e chiara individuazione delle responsabilità e dei compiti all’interno dell’organizzazione e definire le regole del processo decisionale.   

L’assetto amministrativo è l’insieme dei processi e degli strumenti, tipicamente in capo alla funzione Amministrazione Finanza e Controllo, necessari per fornire visibilità e controllo sui fenomeni aziendali, sia con ottica consuntiva, sia con ottica forward looking, che assicuri al management la visibilità prospettica economica, patrimoniale e finanziaria.

L’assetto contabile è l’insieme dei processi e degli strumenti, che assicurano la corretta rilevazione contabile dei fatti aziendali. L’obiettivo di un adeguato assetto contabile è fornire una rappresentazione veritiera, corretta, accurata, tempestiva e analitica della performance consuntiva dell’azienda. 

L’approccio dell’analisi empirica

Per indagare l’adeguatezza degli assetti aziendali e la correlazione con l’evoluzione dei percorsi di superamento delle crisi, KPMG ha sviluppato un’analisi empirica raccogliendo informazioni su un campione di aziende che hanno affrontato una crisi d’impresa.

L’analisi è stata condotta su un campione di oltre 220 aziende sviluppato sulla base delle operazioni di ristrutturazione direttamente seguite da KPMG, integrate da ulteriori operazioni raccolte con il contributo di professionisti operanti nell’ambito della crisi d’impresa. Il campione è così composto:

  • Localizzazione: 34% Nord Ovest, il 34% Nord Est, 22% Centro e 10% Sud e Isole
  • Settori: 35% Industria, 29% Servizi, 24% Costruzioni / Real Estate e 12% distribuito tra commercio, e settore primario
  • Istituto Giuridico: 35% Piano Attestato (art 67 L.F. / 56 CCII), 25% Accordo di Ristrutturazione (182bis L.F. / 57 CCII), 20% Composizione Negoziata; 20% accordo in forma libera

I risultati dell’analisi

Le imprese italiane hanno assetti aziendali adeguati?

Solo il 54% del campione evidenzia assetti adeguati, il percorso di adeguamento appare ancora lungo e l’intervento normativo ad oggi sembra non aver inciso in modo significativo.

L’attivazione di un percorso di gestione della crisi, con il supporto di advisor finanziari qualificati, è un elemento che fa la differenza (il 66% delle aziende che hanno già gestito una crisi evidenzia assetti adeguati contro il 48% di chi non l’ha fatto) anche se interviene non in ottica preventiva, bensì in un momento patologico in cui la crisi si è già manifestata.

Le grandi imprese hanno assetti adeguati nell’88% dei casi, PMI e microimprese in meno del 40% dei casi; considerato che il tessuto economico italiano è composto in prevalenza da PMI è necessario un cambio di passo.

Quali sono i principali gap rilevati?

I principali gap sono connessi al Cash Forecast e al Piano Industriale, i due elementi che maggiormente sarebbero utili a rilevare tempestivamente i segnali di crisi e ad agevolarne il superamento.

Le carenze negli assetti aziendali rischiano di produrre anche un ulteriore effetto negativo che si sostanzia nel pregiudicare l’accesso a specifici percorsi di risanamento, tra cui in particolare la nuova Composizione Negoziata per la quale tali strumenti costituiscono un prerequisito.

Avere assetti adeguati agevola il superamento delle crisi d’impresa?

L’adeguatezza degli assetti è un elemento chiave per intercettare tempestivamente i segnali e per facilitare la soluzione della crisi.

I dati appaiono inequivocabili: oltre il 93% delle aziende dotate di adeguati assetti ha portato a compimento positivamente il proprio percorso di superamento della crisi.