Private Equity: continua il trend di performance positive

Rapporto KPMG /AIFI sui rendimenti dei Private Equity nel mercato italiano.

Rapporto KPMG /AIFI sui rendimenti dei Private Equity nel mercato italiano.

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Milano, 21 giugno 2022 – In uno scenario di graduale uscita dalla crisi pandemica, nel 2021 il mercato del Private Equity in Italia si conferma attivo, realizzando una performance con un tasso interno di rendimento lordo (IRR Lordo aggregato) pari a 19,2%, in linea con il trend degli anni passati (se si esclude il valore record del 32,1% conseguito nel 2020 per effetto di pochi “mega-deal” - operazioni di grandi dimensioni - che hanno notevolmente impattato sulla performance complessiva).

È quanto emerge dalla periodica rilevazione realizzata da KPMG, in collaborazione con AIFI, basata sull’analisi del rendimento lordo di 50 operazioni di disinvestimento realizzate nel 2021 ed effettuate da 26 operatori, che hanno determinato un controvalore incassato dai Private Equity, pari a circa 1,7 miliardi di Euro, in flessione rispetto al 2020 quando si era registrato il controvalore di incassi record pari a 5,3 miliardi di Euro. Facendo un confronto con il 2020, caratterizzato da un elevato numero di “mega-deal” con rendimenti molto positivi, il 2021 ha mostrato disinvestimenti di dimensioni mediamente più piccole e minori volumi, presentando comunque rendimenti in linea con la media storica.

Il 2021 è stato, dunque, un anno caratterizzato da operazioni di medio-piccole dimensioni, con buoni ritorni, ed un numero ridotto di svalutazioni (write-off).

La riduzione, in termini numerici, dei write-off, è un dato rilevante per il 2021: sono state in totale 8 operazioni, ben 10 in meno rispetto al 2020, di cui 3 totali (i.e. svalutazione del 100% del valore dell’investimento) e 5 parziali (i.e. svalutazione pari ad almeno l’80% del valore dell’investimento).

A conferma del trend osservato negli anni precedenti, i rendimenti più elevati si registrano nelle operazioni di disinvestimento di aziende in fase di MBO/MBI (27,0%) e nelle operazioni di Development (8,4%).

Rispetto ai disinvestimenti "Early Stage", che riguardano le aziende nelle prime fasi del loro ciclo di vita, storicamente interessati da elevata volatilità, nel 2021 riprende il trend di rendimenti positivi, interrotto nel 2020 ed osservato nei 4 anni precedenti, registrando una performance in termini di IRR pari a 4,0%.

Nonostante la situazione di incertezza generata prima dall'emergenza pandemica e poi dallo scenario macro-economico, nel 2021 i fondi di Private Equity hanno fatto registrare nuovi investimenti in Italia per un controvalore di 3,7 miliardi di Euro, il dato più alto mai registrato dal rapporto dopo il 2018, quando si erano osservati volumi record per 4,5 miliardi di Euro.

Si stima, infine che nel decennio 2012-2021 gli operatori di Private Equity abbiano investito complessivamente circa 32 miliardi di Euro nel nostro Paese.

Per Max Fiani, Partner KPMG e coordinatore del rapporto “I fondi di Private Equity, sia italiani, sia esteri, non si sono lasciati condizionare dall’incertezza che ha caratterizzato e sta caratterizzando questo periodo storico. Gli operatori, infatti, hanno continuato ad avere fiducia nelle imprese italiane investendo volumi importanti in nuovi target, confortati da rendimenti medi ormai stabilmente sopra il 10%. In particolare, dopo i record di disinvestimenti riscontrati nel 2020, nel 2021 sono stati registrati minori volumi di disinvestimento in quanto si sono verificate principalmente transazioni di dimensioni inferiori, ma con rendimento medio-alto, a conferma del buono stato di salute del mercato italiano”.

Il private capital sta assumendo un ruolo sempre più importante nella gestione del risparmio istituzionale e nella crescita delle imprese e il dato è confermato anche dai livelli di IRR realizzati al momento del disinvestimento, sintesi dell’attività di valorizzazione della società in portafoglio al fondo”, dichiara il Presidente AIFI, Innocenzo Cipolletta.