Il PNRR conta oltre 60 riforme e 130 investimenti. Una mole di cambiamenti rispetto alla quale risulta necessario, per imprese, comuni ed enti farsi trovare preparati.
Il percorso di investimenti previsto passa da amministrazioni centrali, una cinquantina di soggetti attuatori titolari degli strumenti, nonché da iniziative faro, un punto di riferimento anche cross – border considerata la loro presenza nei PNRR di altri paesi.
Ad affiancare queste tappe si ritrova una massa importante di milestone e target, sia europei che nazionali, che scandiscono il ritmo e permettono di comprendere cosa sta per accedere, semestre dopo semestre.
Ripartizione dei fondi e strumenti a disposizione
Dei 235 miliardi di euro messi a disposizione, circa 82 miliardi andranno ad imprese e cittadini (27,6 mld/euro in digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; 34,1 mld/euro in rivoluzione verde; 11,2 mld/euro in istruzione e ricerca; 7,9 mld/euro in inclusione sociale; 1 mld/euro in salute) e saranno erogati tramite diverse modalità di finanziamento diretto: trasferimenti a fondo perduto, credito d’imposta e strumenti finanziari. I primi due, forti di normative consolidate, consentono di tracciare una mappa di riferimento per individuare potenziali opportunità.
Sebbene il sistema sia performance based, a livello attuativo diventa fondamentale anche la spesa. Nonostante siano stati forniti dei riferimenti di semplificazione che favoriscono la scelta dello strumento e della tipologia di bando più semplice possibile, non si registra ancora un livello di standardizzazione sufficiente, il che rende specifica ogni singola opportunità di investimento.
Progettualità e compliance
Le imprese hanno già ricevuto stimoli, in termini di opportunità ad investimenti, per circa 38 miliardi di euro, per un totale di 37 bandi, di cui 27 ancora attivi. Il ritmo serrato impone una risposta costituita da una complessità di strumenti e capacità progettuale da non sottovalutare.
Nell’ultimo semestre sono stati erogati 8 miliardi di euro di risorse destinati a enti locali, comuni e città metropolitane per attingere ai quali i beneficiari sono chiamati a rispondere con una maturità progettuale all’altezza, elemento cardine anche per le piccole imprese, spesso incapaci di attrezzarsi in anticipo.
La recente semplificazione delle norme vigenti non esclude l’imposizione di nuovi vincoli, per gestire i quali occorrono maggiori livelli di monitoraggio e compliance.
Le amministrazioni coinvolte, oltre ad esibire una notevole flessibilità per recuperare progettualità altrimenti inespresse - a causa di accostamenti alle risorse inadeguati – dovranno saper sfruttare nuove piattaforme con un approccio anticipatorio.