La transizione degli intermediari finanziari verso modelli di business sostenibili può innescare un circolo virtuoso che favorisce l’evoluzione dell’intera economia, e della società nel suo complesso, verso nuovi standard di tutela dell’ambiente, di inclusione sociale e di resilienza.

In quest’ottica, i rischi ESG stanno diventando sempre più rilevanti per il settore finanziario e stanno assumendo – anche sulla scorta degli indirizzi e della pressione regolamentare – un carattere prioritario nell’agenda dei player bancari.

Alla luce di ciò, a partire da gennaio 2022, la BCE ha avviato una ‘thematic review’ su ‘Climate & Environmental Risk’ e, analogamente a quanto già fatto nel 2021, ha chiesto a tutte le banche ‘significant’ all'interno del Meccanismo di Vigilanza Unico (MVU, o Single Supervisory Mechanism, SSM) di compilare un questionario di autovalutazione che è stato rilasciato il 18 marzo 2022.

Per supportare questo processo, KPMG ha effettuato – in parallelo – un'indagine di benchmark internazionale tra gli istituti bancari all’interno del SSM, al fine di poter identificare i progressi rispetto al 2021 e focalizzare le principali linee di indirizzo e aree di preoccupazione.

Alla survey hanno partecipato 33 banche appartenenti a 6 diversi paesi europei, di cui 4 istituti bancari italiani.

Il focus dell’indagine di benchmark ha riguardato le 13 aspettative della BCE sulla gestione del rischio ‘Climate & Environmental’ e sullo stato delle banche nella loro attuazione:

  1. Business environment
  2. Business Strategy
  3. Management Body
  4. Risk Appetite
  5. Organizational Structure (3LoD)
  6. Reporting
  7. Risk Management Framework
  8. Credit Risk Management
  9. Operational Risk Management
  10. Market Risk Management
  11. Scenario Analysis & Stress Testing
  12. Liquidity Risk Management
  13. Disclosure policies & procedures.

I principali risultati della survey

Dai risultati della survey emerge come i rischi legati al cambiamento climatico siano considerati come prioritari dalle banche, seguiti, con ampio margine di distanza, dai rischi di governance e sociali, ma anche da quelli ambientali.

Rispetto ai risultati dell’indagine KPMG dello scorso anno, la percezione del livello di realizzazione delle aspettative della BCE è aumentata, in media, dal 19% del 2021 al 51% del 2022. Rispetto al 2021 sono stati rilevati forti progressi soprattutto nell'analisi degli scenari e nelle prove di stress, facendo anche leva sul primo esercizio regolamentare di ‘Climate Stress Test’ lanciato dalla BCE per il primo semestre 2022. Nel complesso, la maggior parte dei partecipanti alla survey prevede di riuscire a rispettare pienamente le aspettative della BCE entro il 2025.

La priorità assoluta per gli istituti europei è l’inclusione dei rischi ESG all’interno degli obiettivi di business, che è percepito anche come uno dei temi più sfidanti. A seguire, i rispondenti hanno indicato come aspetti ad alta priorità, ma di minor complessità implementativa, la definizione di responsabilità chiare a livello organizzativo e l'integrazione della considerazione dei fattori ESG nelle tre ‘Line of Defence’ (LoD).

Per quanto concerne, invece, la definizione degli indicatori di rischio, l’integrazione del framework di propensione al rischio (‘Risk Appetite Framework’) e di rendicontazione, i partecipanti sembrano assegnare alle attività un orizzonte temporale più lungo, prevalentemente per le complessità legate alla disponibilità dei dati e, a questo proposito, rilevano le maggiori difficoltà implementative.

Oltre il 50% dei rispondenti ha infatti identificato gap importanti nello stato di implementazione nella propria banca rispetto alle aspettative di vigilanza in merito alla gestione dei rischi e, anche se oltre metà degli istituti intervistati ha già identificato KPI o KRI per valutare i rischi ESG, il reperimento dei dati viene valutato ancora come una sfida complessa.

A questo proposito, nell’ambito del benchmark viene confermato che, in coerenza con le richieste della BCE, le tematiche ESG sono considerate prevalentemente come fattori di rischio, piuttosto che come una tipologia di rischio indipendente. Per questo, la quantificazione dei rischi ESG è implementata principalmente integrando i rischi ESG nei modelli di misurazione del rischio già esistenti. Inoltre, dai risultati della survey emerge come attualmente la quantificazione dei rischi ESG riguardi esclusivamente il rischio di credito, mentre per le altre tipologie di rischio le attività di adeguamento non sono state ancora pienamente attuate.

I prossimi passi

Sebbene siano stati compiuti progressi significativi e riconosciuti sia dalle banche sia dalla BCE, gli istituti finanziari che hanno partecipato all'indagine di KPMG ritengono che ci sia ancora molto lavoro da fare per completare l’integrazione dei driver ESG nella gestione del rischio.

La BCE ha già comunicato che verrà effettuato un processo di follow-up dedicato dopo la submission dei questionari avvenuta il 18 marzo 2022: sarà infatti condotta una ‘thematic review’ con la richiesta di incontri focalizzati per acquisire e discutere ulteriori informazioni e poter analizzare casi di studio, anche attraverso moduli specifici per il rischio di credito, il rischio di mercato e il rischio operativo (in funzione delle caratteristiche dei singoli player).

I risultati di questo esercizio costituiranno la base per una lettera di feedback e per eventuali requisiti mirati alle singole banche e – unitamente alle evidenze relative all’esercizio di stress test sul rischio climatico – alimenteranno il Supervisory Review and Evaluation Process (SREP) per il 2022, a conferma della crescente pressione normativa ed attenzione da parte della vigilanza per accelerare i piani delle banche per l'integrazione dei rischi ESG.