Sostenibilità non significa più solamente essere attenti all’impatto del proprio modello di business sull’ambiente e sulla società. Oggi occorre integrare i principi ESG (Environmental, Social, Governance) all’interno dei processi di prodotto/servizio e valutare le proprie iniziative nel medio-lungo termine, ripartendo dalla definizione della leadership e dei valori d’impresa.

L’evento ‘The Frame – Value & Purpose’, organizzato da KPMG in collaborazione con L’Economia del Corriere della Sera, ha rappresentato una riflessione sulle nuove sfide dettate dalla sostenibilità, che passano dalla creazione di valore e da nuovi purpose aziendali.

Sostenibilità: qual è la percezione delle imprese

La ricerca condotta da KPMG in collaborazione con IPSOS analizza lo stato attuale del processo di transizione verso la sostenibilità delle imprese italiane e la percezione delle stesse aziende sulle iniziative intraprese.

Ad oggi, poco più di un terzo delle imprese (il 37%) ha già una strategia pronta di transizione verso la sostenibilità, a fronte di un 41% che invece sta implementando un piano o ha dato il via ad iniziative ancora non strutturate.

Oltre all’opportunità di innovare prodotti e servizi (49%), quando si parla di sostenibilità i CEO delle imprese italiane pensano soprattutto alla necessità di un cambiamento culturale (39%) e a processi di formazione delle risorse umane (34%). Inoltre, il tema dominante resta quello ambientale (74%), mentre l’impatto sulla società (15%) e l’evoluzione della governance (11%) restano al momento in secondo piano.

Infine, la stragrande maggioranza degli intervistati (95%) ritiene necessario un sostegno pubblico alle imprese per attivare e implementare il processo di trasformazione necessario.

Enrico Giovannini: la transizione, questione di velocità

Non solo le imprese: anche il futuro delle infrastrutture passa da una trasformazione sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale. Non esiste un futuro sostenibile senza una trasformazione che coinvolga tutti i livelli.

Nel mondo delle infrastrutture, ad esempio, servono nuovi piani di fattibilità. Occorre esplicitare le logiche per minimizzare gli impatti negativi dei progetti sull’ambiente e sulle persone, adottando un approccio differente rispetto al passato.

Gianmario Verona: purpose per una nuova etica d’impresa

Il purpose è l’anima dell’impresa. È il principio che ispira l’azienda e collega la crescita del business all’impatto dei processi di produzione su ambiente e società. Per coniugare profitti aziendali e obiettivi ESG, occorre ripensare il modo in cui le imprese funzionano.

Tuttavia, per portare la sostenibilità all’interno delle imprese ci sono dei costi da sostenere. Soprattutto, c’è anche un tema di management: tutte le funzioni che cooperano nel modello di business devono pensare in ottica di sostenibilità e introiettarne i principi a livello profondo.

È fondamentale che gli obiettivi ESG entrino nei board aziendali. Solamente in questo modo sarà possibile reinventare il nostro sistema e passare dalle logiche gestionali tradizionali ad un nuovo capitalismo sostenibile.

Jeffrey Sachs: lavorare sulla cultura aziendale

Il cambiamento climatico richiede azioni urgenti. La trasformazione tecnologica sta accelerando e mette a disposizione nuovi strumenti, ma non siamo ancora pronti.

Occorre agire insieme, a livello globale, per ottenere i migliori risultati. Le aziende familiari italiane, per la loro natura, possono giocare un ruolo di leadership culturale sui temi della sostenibilità e rappresentare un esempio sul piano internazionale.

Lucrezia Reichlin: la misura della sostenibilità

La misurazione della sostenibilità oggi rappresenta una delle principali sfide. Occorre definire e condividere metriche chiare e precise, che consentano di valutare al meglio i progressi.

Entro la metà del 2022 saranno disponibili nuovi standard per misurare la sostenibilità nei diversi settori produttivi. Alle imprese verrà chiesto di definire strategie e modelli di governance, con l’obiettivo di uscire dalle affermazioni di principio e di rendicontare concretamente le iniziative intraprese.

Cristina Scocchia: i costi di oggi, il valore di domani

Quando si parla di sostenibilità, servono nuovi modelli di leadership per tradurre le affermazioni di principio in comportamenti concreti. La nuova leadership richiede una capacità di pensiero a 360°, ma soprattutto un assetto valoriale forte.

I leader della sostenibilità devono guidare le imprese integrando i valori al valore prodotto con il proprio business. Per portare le imprese nel futuro, occorre dare vita ad un nuovo concetto di ‘leadership di servizio’.

Kirsten Dunlop: accelerare la transizione

In una realtà dai cambiamenti sempre più rapidi, le nostre risposte non devono farsi attendere. Flessibilità e capacità di resilienza sono le qualità su cui puntare maggiormente in vista del prossimo futuro.

Per i prossimi 50 anni dobbiamo dimenticarci la stabilità. Serve un nuovo approccio al management del cambiamento. Dobbiamo partire con il pensiero che occorre prima cambiare noi stessi se vogliamo cambiare il mondo, iniziando a lavorare su questo principio.

Stefano Massini: il futuro è una storia già scritta

La sostenibilità implica una riflessione di tipo antropologico sul ruolo dell’uomo nel pianeta e sulla sua presunta superiorità sul resto del sistema.

È importante che l’uomo recuperi la sua centralità morale soprattutto verso la tecnologia. Occorre ricordare che il lavoro è nato per l’uomo. Prima il lavoro definiva l’identità delle persone, ora invece non più, perché ha perso rilevanza.

Bisogna ridare dignità e centralità al lavoro come forma nobile di espressione di sé.

Rivivi qui l'evento in versione integrale.