La pandemia di COVID-19 ha indubbiamente avuto un impatto planetario sui bilanci 2020 delle società di factoring. A livello mondiale, il mercato del factoring ha registrato nel 2020 una flessione del 6,6% del turnover, una decisa frenata dopo un decennio di crescita ininterrotta. Dello stesso tenore è l’arretramento del mercato europeo, dove il turnover ha complessivamente segnato nel 2020 una riduzione del 6,8%.
In coerenza con i trend registrati a livello globale, nel 2020 in Italia l’industria del factoring, con i suoi 227,8 miliardi di euro di turnover, mostra una contrazione pari al 10,8% rispetto al 2019. A questo si aggiunge una riduzione dell’outstanding del 6% e ad un arretramento dell’ammontare degli anticipi e corrispettivi liquidati pari al 7,7%. L’utile di esercizio del campione di società di factoring analizzate scende del 17,3% nel 2020, attestandosi a 253 milioni di euro.
Nonostante questi segnali di difficoltà, inevitabili alla luce della profonda crisi causata dal COVID-19, il settore factoring in Italia ha mostrato numerosi e significativi segnali di resilienza. Basti pensare alla contenuta flessione del ROE e al miglioramento della qualità del credito factoring. Questo a dimostrazione del costante sostegno al circolante del tessuto connettivo del sistema impresa italiano.
Degno di nota è poi l’investimento in risorse umane, che si traduce in un incremento del 7,6% del costo del personale rispetto al 2019, un costo principalmente finalizzato al ricambio generazionale, ma in parte anche indirizzato al rafforzamento delle strutture organizzative.
Inoltre, è importante rilevare il costante impegno delle società di factoring nello smobilizzo dei crediti commerciali vantati verso la Pubblica Amministrazione: anche nel 2020 la quota di outstanding rappresentato da debitori ceduti appartenenti alle Amministrazioni Pubbliche è significativa e pari al 17,2% del totale.
La Supply chain finance, l’invoice trading, il direct lending non sono più una novità e rappresentano un fronte competitivo ineludibile sul quale giocare con nuovi paradigmi la sfida dei nuovi modelli di ‘cessione del credito’.
In questo contesto, il quadro che si delinea nell’analisi dei bilanci 2020 delle società di factoring fotografa un’industria del factoring combattiva, dinamica, versatile, che ha affrontato e sta affrontando sfide complesse mantenendo elevati standard di produttività, qualità del credito, efficienza e patrimonializzazione.
In questo scenario dominato dallo spettro della pandemia di COVID-19, le società di factoring hanno fatto ricorso sempre più e meglio alle caratteristiche peculiari e distintive del proprio prodotto/servizio factoring.
Per comprendere l’evoluzione dell’industria del factoring in Italia, KPMG ha condotto un’analisi di bilancio su un campione di 33 società di factoring italiane, che rappresentano circa il 95% del mercato in termini di turnover.
Le sfide dell’industria del factoring
I primi dati relativi ai bilanci 2021 mostrano alcuni segnali di ripresa: a marzo 2021 si è rivisto un tasso positivo di crescita del turnover rispetto all’anno precedente, una tendenza confermata a giugno 2021 con un +12% di crescita del turnover cumulato (pari a 199,9 miliardi di euro), il tutto irrobustito da ottimistiche attese per la chiusura del 2021.
La vera sfida che ci attende, la sfida dell’intero nostro Paese, è quella di dare continuità strutturale a questa inversione di segno. Decisiva in tal senso sarà la declinazione operativa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che consentirà di sfruttare i fondi europei stanziati nell’ambito del progetto ‘Next generation EU’. Di buon auspicio è la sempre maggiore conoscenza e consapevolezza maturata in sede istituzionale e governativa delle caratteristiche, delle specificità, delle potenzialità e del supporto che lo strumento factoring e le società di factoring possono fornire al Paese per sostenere il ‘circolante’ e la ripresa del ‘sistema imprese’.
Si riaccenderà dunque la competizione globale, spingendo nel prossimo futuro il mercato del factoring verso la conquista di sempre più elevati livelli di efficienza operativa, tramite una specializzazione taylorizzata del proprio processo industriale, dove le scelte di insourcing/outsourcing avranno nei nuovi paradigmi digitali i vettori di scelta discriminanti.
L’efficienza e l’efficacia operativa sono obiettivo prioritario per essere in grado di fornire da un lato servizi ad alto valore aggiunto alla clientela e dall’altro assicurare il governo della qualità del credito, la generazione di redditività e, in ultima istanza, garantire l’atteso ritorno di beneficio a tutti gli stakeholder, in un bilancio di impresa e sociale che vede nel factoring uno strumento privilegiato per attivare la ripresa del nostro Paese.
In questo particolare momento sarà importante saper leggere i caratteri distintivi della domanda di factoring delle imprese, anche, e forse soprattutto, quella inespressa e inascoltata, per saper cogliere opportunità di servizio che avranno nell’innovazione di prodotto, di processo, ed ancora ed in parte preponderante nella tecnologia i fattori competitivi di successo.
Nel prossimo orizzonte, le società di factoring saranno ancora chiamate a valutare sempre più e meglio le potenzialità di business dei propri ‘cedenti’ ed il merito creditizio dei propri ‘debitori’.
In questo modo i Factor da un lato convoglieranno risorse finanziarie verso il ‘circolante’ di imprese e settori merceologici che più efficientemente ed efficacemente di altri posso innescare e trainare la ripresa strutturale tanto auspicata, e dall’altro dovranno tempestivamente attrezzarsi a gestire le probabili situazioni di ‘crisi/insolvenza’ che il COVID-19 può lasciare in eredità nelle imprese più deboli. La mitigazione di tali rischi passa sempre più attraverso l’attivazione di coperture assicurative (riassicurazione) e la presenza di garanzie terze, ma anche tramite strategie di funding differenziate che consentano di limare al ribasso i costi di sostegno del capitale investito.
In questo scenario è ragionevole prevedere nel prossimo orizzonte una ripresa della marginalità economica del factoring. Il monitoraggio predittivo dell’evolversi degli equilibri patrimoniali finanziari ed economici delle società di factoring accompagnerà questo processo attraverso l’evolversi degli strumenti di Pianificazione e Controllo, garantendo un tempestivo e privilegiato punto di osservazione, controllo e misurazione. Un osservatorio in grado di definire e correggere (in itinere) le strategie ed i Piani industriali delle istituzioni finanziarie in questo delicato momento di passaggio.