La guerra frena il mercato M&A
Mercato M&A in Italia, primo trimestre 2022: il rapporto KPMG.
Mercato M&A in Italia, primo trimestre 2022: il rapporto KPMG.
- Il clima di incertezza e il nuovo quadro macro-economico incidono sull’andamento del mercato
- I fondi di Private Equity sempre più protagonisti. Attendismo da parte deicompratori industriali
Dopo un 2021 da record, sia in termini di numero di operazioni che di controvalori, il mercato M&A italiano mostra segnali di rallentamento sotto l’effetto della guerra russo – ucraina e di un nuovo scenario macro economico molto complesso e incerto. Nel primo trimestre dell’anno, sono state concluse 239 operazioni (-20% rispetto alle 298 operazioni dello stesso periodo dello scorso anno) per un controvalore pari a circa 17 miliardi di euro (rispetto ai 30,2 miliardi del primo trimestre 2021 su cui incideva però l’operazione Stellantis pari a 19,8 miliardi). Per dare un’idea della dinamica in corso e degli impatti della guerra sull’atteggiamento degli investitori è sufficiente evidenziare che nel mese di marzo sono state finalizzate appena 52 operazioni rispetto alle 104 del marzo 2021.
Per Max Fiani, Partner KPMG e curatore del rapporto “Stiamo assistendo ad un trend già osservato con lo scoppio della pandemia nel febbraio 2020. A marzo abbiamo registrato un forte rallentamento con parecchi dossier che sono stati congelati in attesa di una normalizzazione dello scenario geopolitico. In questo contesto, ci aspettiamo che i Private Equity, che hanno ancora una grande liquidità, continuino ad approfittare di opportunità di investimento, mentre ci sarà un rallentamento dell’attività dei buyer di natura industriale. E’ un vero peccato perché ad inizio anno c’era una inerzia positiva del mercato che lasciava intravedere scenari interessanti di crescita.”
Una nota positiva riguarda la conferma dei grandi deals, con l’87% del controvalore totale concentrato nelle prime dieci operazioni e di queste, quattro superano il miliardo di euro. La principale operazione finalizzata nel trimestre è l’acquisizione dell’88% di Autostrade per l’Italia (ASPI) per un controvalore di oltre 8 miliardi di euro, da parte di Holding Reti Autostradali, nuova società di diritto italiano che fa capo per il 51% a CDP Equity e per la restante parte a Blackstone Infrastructure Partners (24,5%) e a fondi gestiti da Macquarie Asset Management (24,5%). In data 30 marzo si sono avverate tutte le condizioni
sospensive, pertanto le obbligazioni delle parti di vendere e acquistare la partecipazione detenuta da Atlantia in ASPI sono divenute vincolanti e finali.
Come accennato si consolida ulteriormente il peso dei fondi di Private Equity ormai sempre più veri market maker con circa 34 operazioni per un controvalore complessivo di 11,8 miliardi di euro. Di queste quasi il 30 % fa riferimento a fondi esteri, come l’acquisizione da parte del fondo infrastrutturale di JP Morgan del 60% di Flack Renewables per un controvalore di circa 1,5 miliardi di euro. Tra le altre operazioni si segnala anche l’acquisizione della maggioranza di Biofarma, società specializzata nel mercato degli integratori alimentari, e dei dispositivi medici e dei cosmetici da parte del fondo francese Ardian che ha rilevato l’azienda dal Fondo WhiteBridge Investments e dagli investitori privati Germano Scarpa e Gabriella Tavasani, per una valutazione complessiva pari a circa 1,1 miliardi di euro.
Per quanto riguarda le operazioni in Borsa segnaliamo quattro IPO, il direct listing di Iveco NV, società nata dallo spin off delle attività on-highway di Cnh Industrial e tre OPA finalizzate al delisting continuando il trend registrato nel 2021.
Tra le operazioni di raccolta di capitali è interessante segnalare il caso Technoprobe Società attiva nel settore dei semiconduttori e della microelettronica, che ha raccolto sul mercato borsistico italiano 713 milioni di euro attraverso il collocamento di circa il 21% del capitale sociale. Tra i delisting segnaliamo Cerved Group che lo scorso 4 febbraio è stata delistata da un veicolo societario che fa capo a ION Investments.
I settori più vivaci
A livello settoriale è stato particolarmente attivo il food&beverage dove si segnalano l’acquisizione della maggioranza del Gruppo alimentare La Doria da parte del Fondo Investindustrial e il successivo lancio dell’OPA; il salvataggio di Acque Minerali d'Italia, la holding proprietaria dei marchi Norda, Sangemini e Gaudianello, da parte di Magnetar e Clessidra. Particolarmente interessante la filiera del vino dove si possono evidenziare acquisizioni di diversi asset tra cui: la cooperativa Terre Cevico entrata nel capitale della trentina Orion Wines; il Gruppo Santa Margherita ha rilevato l’amerciana Roco Winery: Prosit che ha rilevato Cantina di Montalcino. Nel settore healthcare e pharma il gruppo farmaceutico quotato Grand Pharmaceutical Group Limited (Grand Pharma), insieme a Genextra, Panakès Partners e Indaco Venture Partners hanno investito nel capitale di InnovHeart scale up italiana che sviluppa sistemi cardiaci
Nel settore industriale, va evidenziata l’acquisizione da parte di Leonardo della partecipazione del 25,1% di HENSOLDT AG società leader in Germania nel campo dei sensori per applicazioni in ambito difesa e sicurezza, con un portafoglio in continua espansione nella sensoristica, gestione dei dati e robotica, al prezzo di 606 milioni di euro.
Outlook 2022
Il dossier più rilevante sul mercato italiano è rimane TIM con la proposta di offerta pubblica di acquisto ricevuta dal gruppo di Private Equity statunitense KKR che ha proposto un prezzo pari a 0,505 euro per azione per un esborso complessivo pari a 10,8 miliardi per il 100%. Sempre nell’orbita TIM c’è la proposta non vincolante del fondo CVC, per l’acquisto di una partecipazione di minoranza in una società da costituire che potrebbe riunire le attività enterprise di TIM - connettività e servizi ICT - oltre a Noovle, Olivetti, Telsy e Trust Tecnologies
Tra le ultime operazioni già firmate ricordiamo la cessione da parte di Exor della partecipazione in PartnerRe, riassicuratore globale, al gruppo francese di mutua assicurazione, Covea, per un controvalore pari a 7,8 miliardi di euro; in attesa di finalizzazione Italgas/DEPA Infrastructure S.A. per un ammontare pari a 733 milioni di euro, ed infine l’accordo stipulato da Eni per la cessione a Snam del 49,9% delle partecipazioni detenute nei gasdotti internazionali che collegano Algeria ed Italia e quelli che collegano la costa tunisina all’Italia per 385 milioni di euro.
“Difficile fare previsioni sul mercato M&A in questa fase, con l’aumento dell’inflazione ormai intorno al 7% e le difficoltà legate alle difficoltà di approvvigionamento di energia e materie prime. Ci sembra che si profilino sostanzialmente due scenari: uno di “atterraggio morbido” anche a seguito di una soluzione diplomatica del conflitto, oppure una dinamica molto più pericolosa di alta inflazione e forte contrazione nella crescita sia a livello globale che di EU. Crediamo tuttavia che sotto il profilo strutturale le potenzialità del mercato italiano siano molto elevate. C’è ancora molta liquidità in cerca di asset di qualità sui cui investire con multipli che sicuramente tenderanno a scendere ” conclude Fiani.