• 1000

Le Rendicontazioni di Sostenibilità relative all’esercizio 2024, redatte in conformità agli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards) di un campione di 100 società italiane, sono state oggetto di analisi nella survey condotta da KPMG sul primo anno di applicazione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).

La survey approfondisce diversi ambiti, tra cui l’analisi di doppia rilevanza, i piani di sostenibilità e i piani di transizione. Tra gli elementi di maggiore rilievo si evidenzia l’attenzione crescente alla catena del valore, rispetto alla quale emerge una consapevolezza significativamente superiore rispetto al passato, segnando un importante cambio di paradigma. Tutte le società analizzate hanno infatti identificato almeno un impatto, rischio o opportunità (IRO) riconducibile alle fasi a monte e/o a valle delle proprie attività. La sfida per i prossimi anni consisterà nello sviluppo di sistemi strutturati di monitoraggio delle performance ESG lungo le filiere.

Dall’analisi emerge che oltre la metà degli IRO individuati riguarda impatti, dei quali circa il 56% è di natura negativa, mentre i restanti, prevalentemente di carattere sociale, risultano essere positivi. La survey evidenzia, inoltre, come i rischi siano progressivamente integrati nei processi aziendali di gestione del rischio (Enterprise Risk Management), mentre le opportunità risultano ancora poco valorizzate nei processi di pianificazione strategica. Si rileva una marcata eterogeneità nell’approccio all’analisi di doppia rilevanza, che ha prodotto risultati fortemente variabili in termini di numero di IRO rilevanti identificati: da un minimo di 14 ad un massimo di 122. Per il futuro, si auspica una maggiore enfasi sulla connessione tra strategia e IRO.

Con riferimento ai piani di sostenibilità, sebbene 80 società ne dichiarino la presenza, solo il 37% ne evidenzia l’integrazione con il piano industriale. In aggiunta, in relazione ai target quali-quantitativi rendicontati, è ancora elevata la quota di società che non ha definito obiettivi di miglioramento su almeno un tema rilevante. Per assicurare l’efficacia dei target, la loro inclusione nei sistemi di incentivazione rimane una leva fondamentale per garantire l’effettivo coinvolgimento del top management.

I risultati del primo anno di rendicontazione dei piani di transizione secondo quanto previsto dagli ESRS mostrano livelli di maturità differenti: tra le 100 società analizzate, solo 52 hanno dichiarato un impegno formale al raggiungimento del Net Zero, e tra queste solo il 44% ne indica la validazione tramite la Science Based Target initiative (SBTi). Nei mesi a venire sarà cruciale il ruolo dello standard-setter nel fornire chiarimenti, anche attraverso specifiche linee guida, al fine di assicurare una maggiore comparabilità e qualità dell’informativa.

A sette anni dalla pubblicazione del primo rapporto, è evidente come le imprese di grandi dimensioni abbiano evoluto in maniera significativa i propri processi di rendicontazione, anche grazie alla spinta normativa. Ora, nonostante il rallentamento osservato a livello globale nei confronti delle tematiche ESG, la sfida per le aziende rimane quella di perseguire una visione di lungo periodo, integrando la sostenibilità nei processi di pianificazione e controllo e promuovendo, al contempo, processi innovativi.