In un mondo sempre più sconvolto da guerre, crisi climatica, disuguaglianze crescenti, tensioni geopolitiche, innovazione digitale dirompente, parlare di ‘purpose’, ossia del fine ultimo di un’impresa, è ancor più fondamentale.
Negli ultimi anni si è affermata sempre di più l’idea che l’impresa debba giocare un ruolo attivo per contribuire a risolvere i grandi problemi della società e dell’ambiente. Da qui l’avvento dei nuovi modelli ESG e l’idea del valore condiviso. Il purpose si colloca in questa traiettoria evolutiva che posiziona l’impresa al centro della comunità. Non solo un soggetto puramente economico, ma un attore che è dipendente ed interconnesso con il suo ambiente di riferimento.
In questo nuovo orizzonte strategico, ossia quello di uno sviluppo più sostenibile, il purpose, che esprime l’anima dell’impresa, gioca un ruolo essenziale per la competitività e rappresenta una guida essenziale per navigare nella complessità del presente.
Il purpose si configura dunque come una bussola che consente di fare scelte difficili anche quando le informazioni disponibili sono insufficienti o contradditorie.
Inoltre, è un fattore determinante per la valorizzazione del capitale umano. In questa prospettiva, la capacità dell’impresa di mettere a fuoco e comunicare sia all’interno che all’esterno uno scopo chiaro e ben definito, ma anche sincero, conquistando la fiducia delle persone, diventa un chiaro fattore di vantaggio competitivo.
Possiamo anche affermare che il purpose è la forza in grado di liberare le energie delle imprese e un potente collante che le tiene unite. Un principio guida che ispira e collega la crescita del business all’impatto su ambiente e società.