Le aspettative dei CEO nei prossimi tre anni in uno scenario caratterizzato da un contesto macroeconomico incerto e da tensioni geopolitiche, le principali minacce per la crescita, la rilevanza di temi quali ESG, Digitale, AI e capitale umano. Mario Corti, Senior Partner KPMG, è stato ospite di Andrea Cabrini nel programma CEO Talks di Class CNBC, dove ha commentato alcune delle principali evidenze della KPMG CEO Outlook, la ricerca che raccoglie le opinioni di più di 1.300 amministratori delegati delle più grandi aziende al mondo con un fatturato superiore a 500 milioni di dollari, e della ricerca realizzata KPMG-Ipsos basata sulle opinioni di oltre 100 manager di aziende medio-grandi.
Le prospettive dei CEO nei prossimi 3 anni
Nonostante uno scenario macroeconomico e geopolitico complesso e frammentato i CEO rimangono positivi sulle prospettive di crescita per i prossimi tre anni. Quasi tre CEO su quattro (73%) si dichiarano fiduciosi rispetto alle prospettive di crescita dell’economia globale dei prossimi tre anni, rispetto al 71% dello scorso anno. A fronte di una frenata dell’economia nell’ultimo anno e nei prossimi mesi emerge qualche preoccupazione da parte dei leader aziendali solo nel breve periodo, nel prossimo anno.
Il rischio geopolitico come principale minaccia alla crescita
Una delle principali evidenze della KPMG CEO Outlook è la preoccupazione circa il rischio geopolitico, visto come la maggiore minaccia per la crescita globale e per la prima volta nella top five dei rischi. Quello geopolitico non è, tuttavia, un rischio nuovo, ma per intensità, rapidità e frequenza di recente è diventato un fattore sempre più rilevante, che impatta direttamente sul business.
Se allarghiamo lo sguardo i CEO sono preoccupati anche per la rapida diffusione di tecnologie emergenti e innovative, per i rischi operativi e per quelli connessi alle supply chain, questi ultimi due direttamente connessi con il rischio geopolitico.
Questa percezione del rischio geopolitico si traduce in un aumentato interesse delle imprese verso processi di nearshoring/friendshoring, segno evidente che a fronte di questo clima di incertezza internazionale le aziende stanno lavorando sulla regionalizzazione delle supply chain.
La pianificazione strategica a supporto dei processi decisionali in una fase di incertezza
Questa percezione viene confermata anche dalla ricerca KPMG-Ipsos: l'84% degli intervistati ritiene che l'attuale situazione macroeconomica e geopolitica stia pesando sulle scelte strategiche aziendali e il 75% dei manager ritiene difficile identificare le priorità. Diventa essenziale dotarsi di metodi e strumenti manageriali per supportare i processi decisionali in questa fase di cambiamenti epocali, come la pianificazione strategica e la revisione più frequente dei piani aziendali per far fronte rapidamente alle variazioni del mercato.
L’importanza dei valori e del Purpose
In un quadro complesso come quello attuale, l’assetto valoriale ed etico rappresenta un prezioso supporto ai processi decisionali, una bussola per orientarsi e navigare in questo scenario incerto e contraddittorio. La sfida è quella di far diventare il Purpose, il motivo per cui l’impresa è sul mercato, il collante dell'organizzazione e in ultima istanza una fonte di vantaggio competitivo.
ESG, Digital, AI e capitale umano in cima all’agenda dei CEO
Le priorità nell’agenda dei leader nei prossimi tre anni sono sono la transizione verso modelli di business più sostenibili e la trasformazione digitale. ESG e digitale stanno ridisegnando la domanda e l’offerta di prodotti e servizi, con impatti sul profilo strategico e competitivo e sul modello di business dell’azienda. Nonostante la preoccupazione da parte dei CEO rispetto ai costi, sono consapevoli anche delle opportunità e dei benefici che queste due sfide portano in termini di innovazione e reputazione.
L'intelligenza artificiale è l’altra sfida con cui le aziende si stanno misurando oggi. L’intelligenza è pervasiva e sta trasformando la vita quotidiana, le imprese e la società. I CEO riconoscono il potenziale apparentemente illimitato della generative AI e stanno accelerando in termini di esplorazione della tecnologia e di investimenti. Tuttavia, i CEO riconoscono anche i rischi che queste tecnologie emergenti possono introdurre: gli impatti etici e la mancanza di regolamentazione. Per introdurre l’intelligenza artificiale in azienda richiede competenze nuove: occorre uno sforzo in termini di up-skilling e reskilling delle strutture aziendali è fondamentale per cogliere tutte le opportunità connes
Il capitale umano è il fattore abilitante che consente alle aziende di cogliere le sfide della digitalizzazione e della sostenibilità. Il tema è complesso perché intercetta variabili macroeconomiche come la demografia e tematiche connesse con la competitività del sistema Paese come il sistema educativo ed il sistema universitario, cioè la capacità di formare nuove competenze richieste dalle imprese. A livello aziendale, le imprese devono investire significativamente non solo in termini di competenze, ma anche in nuovi modelli organizzativi, meno gerarchici, più orizzontali e inclusivi, che consentano di fare emergere l’innovazione e arricchire il patrimonio di competenze delle imprese.
In quest’ottica KPMG a livello di Network globale sta facendo investimenti significativi, pari a 4,2 miliardi di dollari, su ESG, digitalizzazione e talenti con l’obiettivo di acquisire competenze da trasferire ai clienti. KPMG in Italia quest’anno ha assunto oltre 2.500 persone, che si traduce anche un importante investimento in termini di formazione perché una quota dei neoassunti sono neolaureati.