Cosa serve alle aziende per tornare ad attrarre e trattenere i talenti? Come far riguadagnare centralità al lavoro? Le aziende cosa sono disposte a riconoscere alle persone aziende per portare nuove energie nelle organizzazioni?
Il mondo del lavoro esce profondamente trasformato dopo due anni di pandemia. La sfida e la priorità delle aziende è attrarre e trattenere talenti e riportare al centro l’esperienza professionale.
L’evento ‘Il Futuro del lavoro. Il Futuro delle aziende.’, la terza edizione di ‘The Frame’, format ideato e organizzato da KPMG, in collaborazione con L’Economia del Corriere della Sera, ha cercato di mettere a fuoco e definire il ‘frame’ sul tema del lavoro.
Lavoro e necessità di nuovi modelli manageriali e di leadership
Oggi la sensazione prevalente rispetto al lavoro è la mancanza di senso: il lavoro non sembra più in grado di coinvolgere e appassionare. La richiesta di work-life balance, di flessibilità negli orari lavorativi e nei modelli di organizzazione del lavoro, spesso sottende un vero e proprio spostamento del “baricentro” della vita rispetto al lavoro.
Le aziende sembrano impreparate, sia sotto il profilo culturale, sia sotto il profilo dei modelli manageriali ed organizzativi, a gestire questa trasformazione.
The Frame 2022 - Video Editoriale
La sfida della complessità
Gianmario VERONA, Presidente dello Human Technopole
Il nuovo manager deve essere un imprenditore e un innovatore, capace di azionare le giuste leve per attrarre i talenti e trattenerli in azienda e, allo stesso tempo, mantenere l’atteggiamento positivo del ‘Why not?’ rispetto a modelli di lavoro ibrido, che sono ormai sempre più diffusi.
La ricerca KPMG – IPSOS: Il futuro del lavoro: La visione delle aziende
Mario CORTI, Senior Partner di KPMG
I dati parlano chiaro. Il numero di dimissioni volontarie nel 2021 è stato di 1,9 milioni. La media degli anni di permanenza all’interno della stessa azienda si è drasticamente abbassata fino ad arrivare a 1,2 anni per la Gen Z contro gli 8 per i Baby Boomer. Gli ambiti che registreranno il maggior cambiamento sono i modelli di leadership/management, la formazione ed il modello organizzativo. Tuttavia, solo il 9% dei manager si sente adeguatamente preparato ad affrontare la trasformazione
Tavola Rotonda - Il grande reset: Quale management per il XXI secolo?
Corrado PASSERA, Amministratore Delegato di illimity
Rimanere competitivi nell’attrazione dei talenti e non perdere lo spirito imprenditoriale è la vera sfida delle grandi aziende che vogliono essere parte del cambiamento del mondo del lavoro. Un bravo manager dovrebbe essere coraggioso e capace di valorizzare le competenze dele persone, come fa un bravo direttore d’orchestra.
Secondo le opinioni di un gruppo di giovani studenti dell’Università Bocconi, il leader dovrebbe essere una persona competente, coinvolgente, carismatica, ma anche umana, umile, trasparente, comunicativa e con intelligenza emotiva per instaurare un rapporto di fiducia.
Monica POGGIO, Amministratrice Delegata di Bayer Italia
Per affrontare questa grande trasformazione in atto abbiamo bisogno di talenti e diversità. La metacomunicazione passa per i comportamenti e la leadership deve saper creare relazioni perché in un mondo digitale e non più verticale, le nuove generazioni devono sentire una connessione tra i propri valori e quelli dell’azienda per avere la giusta motivazione a rimanere.
La cultura aziendale è un driver importante nella scelta di una realtà lavorativa. Questo il dato che emerge dalle interviste svolte agli studenti dell’Università Bocconi, secondo cui una buona azienda dovrebbe esser innovativa, ambiziosa coraggiosa, inclusiva, che lascia spazio a crescita ed esperienze formative, che assicura una buona retribuzione e flessibilità di orario.
Alberto CALCAGNO, Amministratore Delegato di Fastweb
La trasformazione culturale in atto nel mondo del lavoro non può essere fermata o rallentata. La digitalizzazione può contribuire a promuovere e velocizzare questo cambiamento. Servono prima di tutto competenze e una buona dose di ambizione da parte dei giovani e consapevolezza, ottimismo e fiducia nei talenti ribelli da parte delle aziende.
Talenti ribelli
Francesca GINO, Docente ad Harvard Business School
Recenti sondaggi dimostrano che per affrontare il nuovo mondo del lavoro serve un approccio innovativo. Per questo nelle aziende c’è bisogno di talenti ribelli con le seguenti caratteristiche: novità, curiosità, prospettiva, diversità e autenticità. Alla domanda ‘Qual è la giusta percentuali di ribelli che deve avere un’organizzazione?’ la risposta è sempre una: 100%. Un ribelle efficiente è una persona che infrange le regole in modi positivi e produttivi, ed è per questo che avere il 100% di ribelli in azienda è utile.
Tavola Rotonda - Il valore del lavoro: nuovi scenari
Walter RUFFINONI, Amministratore Delegato di NTT Data Italia
La pandemia ha fatto esplodere il malessere associato al lavoro: saturazione, stanchezza permanente e molto altro. Di fronte alle diverse opzioni disponibili nella scelta del lavoro, i giovani danno sempre maggiore importanza ai valori aziendali. Per questo per attrarre e trattenere i talenti è necessario offrire opportunità concrete e valori in cui i giovani si ritrovano.
Per i giovani cos’è il lavoro oggi e come deve essere? Un’attività remunerativa che consenta di emanciparsi. Un luogo dove poter essere valorizzati e crescere rapidamente attraverso il meccanismo della delega di responsabilità. Il lavoro deve consentire un equilibrio adeguato tra la dimensione lavorativa e quella personale. Il sistema dei valori aziendali deve essere coerente e allineato a quelli personali.
Maura LATINI, Amministratrice Delegata di Coop Italia
Le imprese devono essere in grado di restituire alla società e alle persone qualcosa in termini di valore. Per questo oggi è sempre più importante la sostenibilità, ma anche quello la ricerca di talenti, che sono da sempre l’elemento costitutivo dell’azienda.
Il capitale sociale delle imprese
Ferruccio DE BORTOLI, Editorialista del Corriere della Sera
È chiaro che nell’attuale scenario le aziende dovrebbero essere più attrattive nei confronti dei talenti, resilienti, aperte e inclusive, ma cercando di non snaturarsi: ogni azienda ha una storia ed una sua cultura d’impresa. Occorre che le aziende siano ‘sincere’ nei confronti dei giovani: il lavoro vuol dire anche avere le competenze giuste per affrontare difficoltà, crisi e complessità.
Conclusioni
Urbano CAIRO, Presidente e Amministratore Delegato di RCS Media Group
Il tema dell’attrazione dei talenti è un tema importante come l’obiettivo di far rientrare giovani dall’estero, che possono portare conoscenze utili in Italia. Saper offrire la giusta motivazione per far sentire le persone orgogliose e onorate di essere parte di una squadra. È una cosa che si costruisce nel tempo avendo visione ed ambizione.
“Non abbiamo risposte, non era il nostro scopo. D’altronde, si tratta di un fenomeno in divenire” conclude Massimo SIDERI, Inviato Editorialista del Corriere della Sera, e moderatore dell’evento.
È possibile rivedere l’evento nella pagina del sito del Corriere dedicata all’iniziativa.