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I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresentano un’enorme opportunità non solo per la PA ma anche per le imprese.

In particolare, le PMI, con una possibile ricaduta diretta di circa 80 miliardi di euro, hanno non solo la possibilità di partecipare ai bandi per gare pubbliche di appalto, ma anche l’opportunità traghettare l’Italia fuori dall’attuale situazione di stallo, sostenendo una ripartenza capace di generare impatti positivi sul Sistema Italiano per molto tempo.

Lancio ed evoluzione del PNRR

Il PNRR nasce infatti durante la fase più critica del lock down in un’ottica di investimento e rilancio.

L’obiettivo è quello di destinare i fondi a progetti di investimento in ambito digital, green, infrastructure, healthcare, research e human resources per il 70% nel 2022 ed il residuo 30% per la fine del 2023, con l’intero progetto concluso entro il 2026.

La partenza è stata inizialmente complessa, un vero e proprio learning by doing dovuto alla voluminosità e la diversità degli interventi da prevedersi in così poco tempo, e alla complessità degli stessi e delle regole e dei processi da implementarsi.

Da marzo abbiamo però riscontrato una rapida accelerazione degli interventi e dei bandi proposti, soprattutto in ambito Green Transition, anche a causa dell’emersione della crisi Russo-Ucraina.

Diversi settori manifatturieri sono stati interessati per ricevere un sostegno con investimenti finalizzati all’innovazione tecnologica e all’efficienza energetica.

Per quanto riguarda la Digital Transformation 4.0 si è invece sostanzialmente proseguito con lo strumento del credito d’imposta ben conosciuto dalle aziende nazionali.

I bandi di cui si può beneficiare

Ai suddetti ‘bandi’ (in un mix tra contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati) si aggiungono poi progettualità più complesse e/o ampie che possono interessare tutta una filiera produttiva con ritorni e benefici condivisi, si tratta in questo caso dei cosiddetti ‘Contratti di Sviluppo’ a beneficio delle Filiere Produttive in ambito industriale (con una dotazione di quasi Euro 2 miliardi da Aprile 2022) e dei cosiddetti ‘Contratti di Filiera’ in ambito Agroalimentare (con una dotazione di oltre Euro 1 miliardo ma a prima scadenza già in autunno).

Il PNRR è già estremamente concreto e complesso nelle sue diverse sfaccettature e modalità di sfruttamento per tutte le PMI in un’ottica di crescita, sviluppo, efficienza tecnologica, transizione energetica, ricerca e inclusione sociale.

I bandi sono diversi e in costante uscita, ma anche:

  • destinati ciascuno a settori e tipologie di investimenti specifici (secondo la ‘Missione’ di riferimento)
  • spesso limitati nella scadenza temporale di accesso e nelle risorse finanziarie disponili (e con una logica di precedenza temporale di assegnazione fino a esaurimento fondi e/o scadenza data)
  •  strutturati secondo una logica di attenta valutazione dell’impresa richiedente e del piano industriale ed economico/finanziario relativo all’investimento proposto per poter accedere all’agevolazione

È quindi fondamentale essere da subito pronti.

Essere preparati in ambito PNRR come requisito fondamentale

È quantomai opportuno, inoltre, che ciascuna impresa abbia chiaro il proprio percorso ed i propri obiettivi per essere immediatamente pronta a rappresentare:

  • le proprie caratteristiche come impresa (dalla piccola e media impresa alla grande impresa)
  • il proprio ambito settoriale ma anche territoriale e sociale
  • i fondamenti industriali ed economico-patrimoniali che la contraddistinguono
  • il piano di investimento previsto ed il suo ‘ritorno’ in ambito finanziario ma anche (se non soprattutto) tecnologico/innovativo/industriale/green/sociale/territoriale

Per essere pronti, è altrettanto importante rimanere sempre aggiornati, per esempio, consultando sistematicamente il portale internet del MISE o anche le pagine web offerte dai principali istituti di credito del Paese.

Avere un team già preparato sul PNRR e un Piano Industriale e di Investimenti chiaro e definito può essere la chiave di volta tra l’arrivare in tempo o meno a beneficiare dei contributi via via previsti per ‘Settore’ e ‘Missione’ (data l’ormai verificata limitatezza del tempo e delle risorse concesse per singolo bando rispetto alle possibili proposte di investimento).

Tale attitudine diventa ancor più importante nel caso di strutturazione di un progetto più ampio e rilevante in ambito di ‘Filiera Industriale e/o Agoalimentare’. In tal caso i benefici, una volta trovato l’iniziale giusto coordinamento all’interno del gruppo di imprese interessate, potrebbero cadere a cascata su un intero distretto, laddove i costi per la strutturazione di un progetto completo e credibile verrebbero condivisi tra tutti. Questa è forse per i ‘Distretti di PMI’ la partita più complessa ma anche più interessante da giocare.

Un piano che va monitorato

In sostanza il PNRR è un Piano strategico del Paese, un’opportunità estremamente concreta per le imprese via via declinato in modo più dettagliato e specifico sugli elementi: Missione, Settore e Ambito Territoriale, Modalità di Accesso (Bandi, Contratti di Sviluppo/Filiera, Credito d’Imposta) e Forma Tecnica di Sostegno (Contributi a Fondo Perduto, Finanziamenti Agevolati, Agevolazioni Fiscali).

Va dunque studiato e costantemente monitorato da parte delle imprese affinché possano realmente usufruire dei suoi benefici anticipando internamente le proprie analisi per poter poi sistematicamente e rapidamente declinare quanto richiesto, ossia:

  • la dimensione, la struttura e le informazioni fondamentali economico-finanziarie e patrimoniali della propria impresa
  • l’area geografica di riferimento e il proprio ambito sociale
  • i propri obiettivi, la missione dell’investimento e la sostenibilità del progetto proposto a livello di pianificazione industriale
  • i ritorni previsti in ambito economico/finanziario, sociale, territoriale