The future of Job nell’era dell’AI
Creare un clima di fiducia per una nuova relazione tra uomo e macchina
Creare un clima di fiducia per una nuova relazione tra uomo e macchina
Le tecnologie emergenti stanno cambiando le competenze richieste nel lavoro, ridefinendo i ruoli professionali e creando nuove possibilità di carriera. Come si evolverà il mercato e le dinamiche del lavoro nel prossimo decennio?
In un’era in cui l’Intelligenza Artificiale sta rapidamente diventando parte integrante di ogni settore e professione, è fondamentale comprendere come questa rivoluzione stia ridefinendo le dinamiche e le aspettative delle organizzazioni aziendali nell’evoluzione del lavoro.
Si è tenuto presso la sala Buzzati a Milano l’evento di RCS Academy Business School, in collaborazione con Il Corriere della Sera, ‘The Future of Job nell’era dell’AI’, con l’obiettivo di affrontare un tema così delicato come quello delle grandi trasformazioni che il mondo del lavoro sta vivendo e si troverà ad affrontare nei prossimi anni.
L’evento ha riunito esperti di settore, rappresentanti delle istituzioni e manager d’azienda, che hanno condiviso le loro visioni sul futuro del lavoro offrendo chiavi di lettura su come navigare nel panorama professionale del lavoro sempre più guidato dall’AI.
Diversi i nomi di spessore, a partire da Ferruccio de Bortoli, Presidente Fondazione Corriere della Sera e Editorialista Corriere della Sera, che è intervenuto nel dibattito spiegando come valorizzare il capitale umano e spingerlo alla crescita: “Rispetto al tema dell’intelligenza artificiale non dobbiamo avere alcuna paura. Le aziende possono sperimentare senza preoccuparsi del tema regolatorio e senza avere paura di questa nuova tecnologia perché saremo in grado di governarla. Il punto - ha sottolineato de Bortoli - è preparare le persone a fare le domande giuste, perché solo così avremo le giuste risposte. Le aziende che cercano di attrarre giovani talenti, e che puntano quindi sulla valorizzazione del capitale umano come nel nostro Paese storicamente si è sempre fatto, devono oggi affrontare un tema nuovo: per molti giovani il lavoro non è più al centro delle loro vite. È questa una delle principali sfide che le organizzazioni si trovano ad affrontare”.
Intervistato da Nicola Saldutti, Responsabile redazione Economia del Corriere della Sera, il Presidente dell’INPS Gabriele Fava ha commentato: “L’intelligenza artificiale è un alleato di un servizio pubblico come il nostro. L’INPS serve circa 52 milioni di utenti, una struttura molto capillare che, in sostanza, è al servizio dell’intero Paese. L’INPS, come vero e proprio hub del welfare, deve essere sempre più efficace, intuitivo e credibile. Nella nostra visione l’AI è uno strumento da governare e che sarà sempre più utile, nei limiti in cui sapremo implementarlo, ma non potrà mai arrivare a sostituire le persone”.
L’intervento di KPMG: per favorire l’adozione dell’AI le imprese devono creare un clima di fiducia
Marco Perrone, Partner KPMG, ha introdotto la tavola rotonda, moderata dal giornalista Giovanni Stringa, sui nuovi modelli organizzativi e di management nell’azienda digitale e ne ha poi discusso con Antonio Gusmini, Direttore HR Gruppo Mediolanum, Elena Panzera, Presidente AIDP Lombardia e Massimo Tremante, HR Director Volkswagen Group Italia.
“Stiamo vivendo un percorso di grande trasformazione generato dall’introduzione e dal sempre maggior utilizzo dell’AI - ha commentato Perrone - una tecnologia dirompente che sta modificando e impattando l’intero ecosistema aziendale. Come KPMG approcciamo questo fenomeno con un atteggiamento di ascolto e di osservazione, per definire poi alcune principali tendenze. Dai nostri ultimi studi, ad esempio, che abbiamo condotto sia a livello globale sia sul territorio nazionale, emergono tre parole chiave: trust, augmentation e cultura. La fiducia - ha detto il professionista di KPMG avviandosi alle conclusioni - è necessaria per evitare l’effetto sostituzione; l’augmentation è intesa come la capacità di intendere la tecnologia come strumento di potenziamento delle competenze e delle capacità cognitive delle persone; infine, l’asset fondamentale per introdurre e sviluppare l’AI in azienda è favorire un cambiamento culturale reale e costante”.
Un confronto ricco di spunti dal quale è emerso come sarà sempre più necessario intervenire con una prospettiva di medio e lungo periodo nelle nuove tecnologie e nell’intelligenza artificiale, dove il ruolo della formazione sarà di primaria importanza per avviare percorsi che vadano incontro a questi cambiamenti.
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